giovedì 16 febbraio 2017

PERCHÉ VEDIAMO IL MONDO A COLORI?


Il COLORE non è una qualità oggettiva delle cose, ma dipende dal modo in cui la luce è riflessa. 
La Luna, ad esempio, è grigia, e non bianca come appare: se attorno a essa ruotasse un corpo veramente bianco, ci apparirebbe del suo vero colore.



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La luce è formata da onde elettromagnetiche ed intensità, se un occhio rispondesse solo all'intensità di luce, vedremo in monocromatico cioè solo un colore tra il nero e il bianco e variazioni di grigio. Vedere tutti i colori con un apparato biologico costa. Sono state addotate a dei mammiferi marini, balene e foche, questa soluzione economica.

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Alla coppia di colore bianco e nero si unisce una coppia di colore giallo e blu, questa è la visione dicromatica. Viene vista dalla maggior parte degli altri mammiferi, compresi il gatto e il cane e quasi tutte le scimmie del Nuovo Mondo. Tutto quello che vede l'uomo di colore blu, anche il cane lo vede blu, ma tutto quello che noi vediamo giallo, rosso, verde, al cane appare in gradazioni di giallo.

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Noi vediamo a colori perché in un mondo colorato è più facile trovar da mangiare che in un mondo in bianco nero. Andiamo a scoprire meglio il perché:

Si è pensato per molti anni che nei Primati, mammiferi placentati dei quali fanno parte le scimmie e gli uomini, l'evoluzione della visione fosse guidata dalle necessità per individuare molto più facilmente il cibo, ad esempio le bacche e altri frutti rossi, così fosse più facile distinguerlo dalla vegetazione che era tutta verde.

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giovedì 2 febbraio 2017

I QUATTRO STILI EDUCATIVI



Ci sono dimensioni fondamentali del modo in cui il genitore ha delle regole. Ne sono state individuate quattro: 
 PERMISSIVITA'  vs  SEVERITA'
 SOLLECITUDINE vs OSTILITA'
 CHIAREZZA COMUNICATIVA
                                ASPETTATIVE VERSO IL FIGLIO IN TERMINI DI MATURITA' O  IMMATURITA'                                           

Permissività contro severità:   cioè la libertà che i genitori lasciano al proprio figlio;

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Sollecitudine contro ostilità:   cioè il calore affettivo che i genitori mettonono nel rapporto col                                                             bambino
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Chiarezza comunicativa:        cioè il modo in cui il genitore giustifica e chiarisce col figlio le sue
                                                scelte educative

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Aspettative verso il figlio in termini di maturità o immaturità, cioè il genitore propone al figlio il
                                                                                                    giusto comportamento per la sua età

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Incrociando tra loro queste dimensioni ci sono  quattro stili educativi:

Stile autoritario: cioè quando il genitore nonostante è poco disponibile nei confronti del figlio                                        pretende al tempo stesso un comportamento più maturo alla sua età

Stile permissivo: quando il genitore ha uno scarso controllo del suo comportamento sul figlio, il                                     rapporto con esso è molto affettuoso e comunicativo e gli propone comportamenti                                 immaturi alla sua età

Stile trascurante: quando il genitore ha uno scarso controlllo ed ha un freddo rapporto con il figlio, è                               poco comunicativo e ha un basso livello di aspettative

Stile autorevole: quando il genitore ha un controllo, ha un rapporto affettuoso e comunicativo, però                                 allo stesso tempo pretende un comportamento maturo dal figlio



Gli studi sugli stili educativi, hanno avuto molta importanza nel mettere a fuoco le dimensioni del rapporto tra genitore e figlio.
Gli interrogativi che ci sono nella mente del genitore di un adolescente sono infinità. Esso non può intervenire su un determinato problema del figlio. Possiamo dire che nel genitore il "SAPERE COME FARE" e il "SAPERE COME SAPERE" sono due competenze che si intrecciano. Gli psicologi le hanno studiate entrambi, dedicando però più tempo al fare che al sapere, chiamandole così "STILI EDUCATIVI"